Il vitigno Brachetto

Vitigno autoctono aromatico

Uva aromatica autoctona piemontese e in particolare della zona di Acqui Terme, viene riscoperta negli anni ’90 e vinificata per creare vini rossi da dessert.

Inconfondibile per il suo profumo di rosa, si presta anche molto bene alla spumantizzazione con metodo Charmat.

La storia

Le origini del vitigno Brachetto non sono molto chiare. Si ipotizzata un’origine francese, nel Nizzardo (Vitis vinifera niceanenis), poi c’è qualche riferimento all’inizio del 1700 quando il Brachetto è citato insieme al Moscato, tra i vini serviti alla corte dei Savoia.

Nell’800 compare elencato in una pubblicazione edita dalla Reale Società Agraria di Torino tra le tipologie di vigneto presente nel Canavese e in Valle d’Aosta e in un’esposizione di uve a Rocchetta Tanaro.

A fine 1800 iniziano a delinearsi due tipologie di Brachetto, quella piemontese, aromatica, e quella del Nizzardo, a sapore semplice. Con l’arrivo delle tecniche di spumantizzazione nell’astigiano all’inizio del ‘900, il brachetto conosce grande successo come base per i vini spumanti, vedendo riconosciute le sue caratteristiche aromatiche e i sentori floreali.

Dopo un periodo buio che dura per quasi tutto il secolo, negli Anni ’90 ritrova apprezzamenti e riconoscimenti, in vigore tutt’ora.