Il vitigno Dolcetto

Dolcetto

Il vitigno del quotidiano

Vitigno autoctono del basso Piemonte, prende il nome dalla dolcezza del suo frutto, ma si trasforma in un vino secco, generalmente fresco e beverino.

A seconda della zona e del tipo di vinificazione, sa anche essere austero ed importante e si può invecchiare fino a sei sette anni. Tende a produrre un alto numero di grappoli che i viticoltori cercano di ridurre per ottimizzare la maturazione e la qualità. E’ una varietà che teme le piogge in prossimità della vendemmia e richiede in generale molte cure per garantire un frutto ottimale.

In autunno le sue foglie si distinguono per le sfumature rosso-aranciate che vanno a colorare le colline con della chiazze dai toni molto caldi.

La storia

Questo vitigno ha un passato ricco di apprezzamenti anche oltre i confini locali, essendo arrivato addirittura sulle tavole di Re Luigi XIV grazie alle diplomazie piemontesi.

La maturazione precoce delle uve ha contribuito alla sua diffusione in tutto il sud del Piemonte, ma verso la fine dell’800 venne ridimensionato per dare spazio alla coltivazione del vitigno Moscato, soprattutto nell’Astigiano e nella Valle Belbo.